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Editorial
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Questa mattina ho guardato Whatsapp e ho scoperto di avere un botto di notifiche a sorpresa. In una chat di amici si stava disquisendo già da un po' di The Ferragnez, la serie di Amazon Prime Video dedicata alla royal family meneghina. La Queen, Chiara Ferragni, e il King di Rozzangeles, Fedez. Loro, i pargoli e tutto il clan di fratellanza, parentado, amici e collaboratori. Ho scrollato un po' tra le chiacchiere di chi, la serie, già se l'era vista di buon mattino e ho letto cose tipo "Mi sono emozionata", "Mi rivedo in Fedez", "Sono molto più terra terra di quanto immaginassi", "Figa, fanno in un weekend cose che io faccio in un anno", e altri commenti sparsi. Ho capito, quindi, di dovermi mettere in pari ed entrare a mia volta a gamba tesa nella conversazione. Ora: so che molto di voi hanno già lo sguardo perso sulla vastità del cazzo che gliene frega dei Ferragnez, ma ocio perché secondo me merita. Anche solo perché la serie va via liscia come l'olio e ti costringe a fare binge watching pure se non ne avevi nessunissima intenzione. Ma andiamo con ordine.

Si parte da una seduta di terapia di coppia e si procede col racconto dell'ultimo anno della famiglia Ferragni - Lucia, a partire dal dicembre 2020. Le feste natalizie, gli impegni sanremesi di Fedez, la pandemia, l'Ambrogino d'Oro. La gravidanza di Chiara. La prima cosa che ho scoperto guardando The Ferragnez è che, incredibile ma vero, quei due hanno ancora qualcosa da dirci. Qualcosa che non viene fuori di post su Instagram, dalle stories, dalle dirette, dalle interviste in tv. La realtà della serie, per quanto evidentemente filtrata, montata ed edulcorata, è molto meno glitter e lustrini di quanto potessi pensare. Intanto, ottima l'idea di cominciare con una terapia di coppia. Non solo perché è una scelta registica di appoggio attorno alla quale srotolare il racconto quotidiano, non solo perché ci svela Chiara e Fedez in modo più intimo ed emotivo. Ma pure perché scardina qualche tabù sulla psicologia di coppia, che non è una roba da famiglie problematiche, ma un percorso di cui avremmo bisogno un po' tutti, anche solo per comunicare meglio con noi stessi e con l'altro.

La serie, a differenza dei social, umanizza Chiara e Fedez e li rende molto più vicini a noi. Lo so, vi posso sentire. "Chissene", dirà qualcuno. Ci sta, mica si può piacere a tutti, soprattutto se tutti ti conoscono. Però secondo me è interessante approfondire questi due ragazzi, che avranno sì soldi a palate e vite straordinarie, ma pure menate, complessi, manie, bontà e banalità in cui è facilissimo riconoscersi. Non so, lo trovo confortante. E poi diciamolo, la serie offre pane al nostro vouyerismo: possiamo sbirciare dal buco della serratura, assistere ai litigi e alle incomprensioni, alle tenerezze e alle fragilità. Ai momenti no, agli imbarazzi, alle uscite infelici. Alle solite cose, che fanno parte pure delle nostre, di vite. Puoi chiamarti Chiara Ferragni o Maria Brambilla. Federico Lucia o Marco Fumagalli. L'istess.

 

A sorprendermi, in particolare, è stato Fedez. Forse Chiara sono un po' più abituata a vederla nelle sue situazioni quotidiane, ha sempre lo stesso fare entusiasta e ottimista, lo stesso piglio da leader e business woman in ogni media. Il rapper (e imprenditore e tante altre cose) si racconta in modo inedito: appare vulnerabile, spesso introverso. Ha la battuta sempre pronta di chi malcela una timidezza di fondo, il mood sarcastico di chi sa bene da dove è partito per arrivare fino a qui. Guardandolo, si ha la sensazione che, spessissimo, si senta un pesce fuor d'acqua. Uno che non sempre è a suo agio, che non sempre sai cosa sta pensando o quali battaglie sta combattendo. 

E che dire di Chiara. Ci sta dentro. Certo, mi è venuta un po' d'ansia a vedere lei e le sorelle parlarsi live e contemporaneamente smanettare sul cellulare. Un po' too much, ma del resto è la loro vita. Curioso il focus sulla vita da imprenditrice digitale della Ferry: le riunioni, gli shooting, i millemila progetti. Una sua frase, in questo senso, è riassuntiva e pure di grande ispirazione. "La mia vita è una lista di tutte le cose che mi piacciono". Certo, lei può. Siamo d'accordo. Ma l'impressione che ho avuto è che Chiara la penserebbe così pure se fosse infinitamente meno famosa. L'ambizione del resto è una forma mentis

Vabbè raga, polpettone finito. Vado a finirlo che ho voluto buttare giù qualche riflessione a caldo. Ah, comunque secondo me vale la pena solo per l'infinità di meme che stanno prendendo vita sui social. Adoro.

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