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Mahmood: da Gratosoglio a Sanremo, storia di un successo meritatissimo

Alla scoperta di Mahmood from Gratosoglio, fresco vincitore (bis) del Festival di Sanremo (con Blanco)

Eravamo già fieri di lui quando ha vinto Sanremo con Soldi, nel 2019. Ora, dopo il trionfo al Festival con Blanco e la loro Brividi, non possiamo che guardare Mahmood con grande soddisfazione. Prima di tutto perché ha portato l’orgoglio di Gratosoglio su uno dei palchi più prestigiosi al mondo. Figata. E allora, in attesa di tifare per lui (per loro) all’Eurovision Song Contest, facciamo un ripassino su chi è Mahmood, e di quale sia il suo rapporto con la City.

Allora, intanto Mahmood si chiama Alessandro. Alessandro Mahmoud. Il nome d’arte nasce mixando il cognome e l’espressione inglese my mood (il mio stato d’animo). Nasce a Milano nel 1992 da madre sarda e padre egiziano e, come detto, crese a Gratosoglio. Come potete vedere in cover, ci torna spesso. Quando è piccolo i suoi genitori si separano e Alessandro cresce con la mamma, risentendo dell’abbandono del padre, con cui non avrà più rapporti. Proprio questo vissuto lo porterà a scrivere Soldi. “Lasci la città ma nessuno lo sa, Ieri eri qua ora dove sei, papà”, ricordate?

Con quella voce lì era impossibile che non cantasse, in qualche modo. Ha cominciato a prendere lezioni di canto sin da bambino, e dopo aver conseguito la maturità al liceo linguistico, ha studiato presso il Centro Professione Musica di Milano. Gratosoglio, comunque, è la sua piazza. “La chiamo Gratosolliwood. Non è una periferia brutta come l’ho vista in certi servizi tv. Bisogna vederla in una bella giornata di sole. Ci sono cresciuto senza paura, e devo dire che ho più paura quando sono in piazza Duomo” racconterà poi, dopo aver sfondato. “Non mi sono mai sentito svantaggiato per essere nato lì, le periferie sono posti dove tanti giovani crescono bene, tanti che fanno bella musica vengono da posti come questi”.

Milano, per Ale, è una grande musa. “Riconosco in Milano un potenziale altissimo d’ispirazione. Soprattutto sui mezzi, sulla 79 ho scritto quasi tutte le mie canzoni, ho cominciato a 18-19 anni”, ha raccontato a Beppe Sala in un’intervista al Rocket. Ma torniamo alla bio. Vince un concorso dietro l’altro, viene eliminato da X Factor (pensa te), intanto scrive un po’ per chiunque. Già perché Mahmood non solo canta benissimo, ma è anche un paroliere molto apprezzato dai suoi colleghi. Il 1° febbraio del 2019 (prima di Sanremo) tiene il suo primo concerto al circolo Ohibò: una data importante, che segna la sua definitiva consacrazione come cantautore moroccan pop. Parole sue.

Dopo la prima vittoria sanremese, la carriera di Mahmood prende il via e ciaone. Il 22 febbraio 2019 pubblica il suo primo album, Gioventù bruciata, che debutta direttamente al primo posto in classifica e viene certificato disco d’oro per le oltre 25mila copie vendute. Not bad. Avendo vinto Sanremo partecipa di diritto all’Eurovision Song Contest di Tel Aviv, piazzandosi secondo. Mica male, eh. Arriva poi anche il secondo album, Ghettolimpo, e intanto alterna l’uscita di singoli di successo, come Rapide e Inuyasha, alla scrittura di brani per altri artisti come Noemi, Elodie e Fedez.

Non vive più a Gratosoglio, ma bazzica sempre nella City. L’anno scorso si è parlato di lui (purtroppo) in occasione dell’incendio del palazzo di via Antonini: anche Alessandro era residente nello stabile, al nono piano. E la vita privata? Si sa poco, perché a Mahmood non piace raccontare i cazzi suoi. Ci sta. L’ultimo aggiornamento risale al maggio 2021 quando a Verissimo disse: “Sto lavorando tanto proprio per non pensare all’amore perché non va benissimo. È un momento terribile. Sono in una via di mezzo tra lo stare bene e lo stare male. Faccio fatica a capire veramente le emozioni che provo in questo periodo”. Ora, secondo i gossippari, starebbe vivendo un ritorno di fiamma con l’ex. Sia come sia, di certo Mahmood avrà parecchio da fare nei prossimi mesi. Prima di tutto l’Eurovision a maggio, a Torino. Difficile fare il bis dopo la vittoria dei Maneskin nel 2021, ma sperem.

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