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Attention che giovedì 28 aprile a Milano c’è lo sciopero dei mezzi, tutte le info

"L’agitazione del personale viaggiante e di esercizio sia di superficie sia della metropolitana sarà possibile nella fascia oraria dalle ore 8:45 alle ore 12.45"

Se siete soliti spostarvi con i mezzi, ocio che giovedì 28 aprile (quindi domani) c’è lo sciopero di metro, autobus e tram. La Segreteria Nazionale dell’Organizzazione Sindacale CONF.A.I.L. – F.A.I.S.A., ha infatti proclamato uno sciopero nazionale del TPL di 4 ore che interesserà anche i lavoratori del Gruppo ATM. Quindi le menate saranno per lo più la mattina, come spiegato da una nota ufficiale. “L’agitazione del personale viaggiante e di esercizio sia di superficie sia della metropolitana sarà possibile nella fascia oraria dalle ore 8:45 alle ore 12.45“. Ok, chiaro.

Ma da dove nasce questo nuovo sciopero? Stando a quanto si legge sul sito ufficiale di ATM, la contestazione è stata indetta “per rivendicare il rinnovo del C.C.N.L. di categoria scaduto nel 2017, rispetto al quale la revisione delle retribuzioni in relazione all’aumento del costo della vita in atto, la sicurezza sul lavoro anche alla luce delle inedite problematiche introdotte dalla pandemia da Covid tuttora in corso, l’orario e l’organizzazione del lavoro, ivi compresa quella dello smart working”. Difficile dire come andrà, e se effettivamente sarà una giornata di sbatti. L’ultima manifestazione, quella dell’8 marzo scorso, ha coinvolto circa l’11% del personale di servizio Atm, quindi non tantissimo.

“Siamo alla seconda azione per vedere riconosciuti i diritti dei lavoratori. Il costo della vita è diventato insostenibile, l’aumento di tutto a fronte di sole richieste di sacrifici, l’aumento progressivo dei carichi di lavoro a fronte di niente, stipendi invariati da anni”, hanno scritto dalla Confail Faisa, motivando le ragioni della protesta. “Gli autoferrotranvieri sono in grosse difficoltà economiche per la perdita del potere di acquisto. Tra mutui e affitti da pagare, l’aumento di luce, gas e carburanti, l’aumento dei beni di prima necessità. Il governo non può continuare a girarsi dall’altra parte e non prendere atto di quanto sta succedendo. Un rinnovo del contratto nazionale che non arriva mai e i contenuti, adesso, devono essere a favore dei lavoratori e non, come ormai sta succedendo da troppi anni, a favore delle aziende. Chiediamo un rinnovo di contratto che possa portare respiro ai lavoratori, soprattutto sotto il profilo economico”. Bè, ci sta. Voi, intanto, siete avvisati: giovedì mattina chi può in smart working, tutti gli altri… pedalare!

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