Nemmeno il tempo di finire con un virus che già si parte con quello successivo. E se il Covid è ormai diventato, ahinoi, pane quotidiano da più di due anni a questa parte, da qualche mese i dottori – e gli sfortunati pazienti – hanno a che fare anche col vaiolo delle scimmie. E che due balle, un po’ di pace mai? Come se non bastasse la guerra, l’inflazione alle stelle, il caldo africano e tutte le piaghe che stiamo affrontando.
Ma a sentire i piani alti, medici e politici, c’è poco da nascondere la testa sotto la sabbia. L’allarme è arrivato in primis dagli uffici europei della OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità: ”Nella regione europea dell'Oms, l'epidemia ha visto il virus estendere la sua portata rapidamente, con 37 paesi e aree colpite a oggi, con prove di una trasmissione locale continua”.
A rischio maggiore di trasmissione parrebbero essere i contatti fisici durante i rapporti sessuali. Niente, non si può nemmeno più fare sesso senza pensare di beccarsi qualche malanno. A rischio sono soprattutto i rapporti occasionali: dall’OMS, infatti, suggeriscono di “limitare i partner sessuali e le interazioni”. Tocca ragazzi, spiace.
L’allarme è ben presente anche da noi, specialmente a Milano: il capoluogo lombardo è infatti, in Italia, la città con più casi di Vaiolo delle scimmie. A lanciare l’allarme è stato Michele Albiani, consigliere comunale del Partito Democratico, che ha chiesto venga immediatamente attivata una campagna informativa sul tema. I numeri in città raccontano di circa 200 casi diagnosticati: “Purtroppo, di questa cosa non se ne parla abbastanza. Nella nostra città si è attivata una rete di ospedali che permette di andare a fare lo screening per il vaiolo ma in Italia, contrariamente a Regno Unito e Stati Uniti, non si è ancora iniziato a vaccinare”. Tra quarte dosi di vaccino anti-Covid e prima di vaiolo delle scimmie ci sarà di che discutere. D’altronde, chi dopo due anni di Coronavirus ha ancora voglia di sentir parlare di restrizioni?
Seguici anche su Instagram, taaac!