Raga, vi conviene farvi un bel ripasso del nostro bigino dedicato alle prossime elezioni, con le proposte dei vari partiti in merito a lavoro e salari. Questo per valutare al meglio a chi affidare il futuro del nostro Paese, che in ambito lavoro è messo davvero malissimo. Volete sapere, per dire, quanta gente c'è che lavora in nero? Un bordello. E pure gente che lavora in grigio, ma non nel senso di un elegante completo fumo di Londra. Le possibilità per fottere lo Stato non mancano di certo, e si stanno ingegnosamente moltiplicando, tanto che a detta di Giorgio DellʼErba, ispettore dell’Ispettorato nazionale del lavoro interpellato dal Fatto Quotidiano, "Tra lavoro nero e lavoro grigio, il sommerso è la prima forza produttiva del Paese". Figa, bene.
Niente che non conosciamo eh. Alla fine è capitato a tutti di trovarsi davanti proposte di lavoro irregolari, e addirittura di accettarle per disperazione. L'è inscì. I numeri sono davvero inquietanti: in Italia un lavoratore su 10 lavora in nero, come riportato da Will. Un fenomeno che, secondo l'Istat, riguarda 3,7 milioni di lavoratori solo in Italia, su una popolazione in età da lavoro di 38,6 milioni di persone. Come dicevamo, un botto di gente. Quella del lavoro in nero è una piaga seria, che costringe molti a sgobbare senza alcuna tutela e protezione e, nella maggior parte dei casi, pure con un compenso totalmente inadeguato. Della serie oltre il danno, la supercazzola.
Il problema va di pari passo con quello della precarietà. Stando a un'indagine di Eures, nei cinque anni successivi al completamento degli studi, i giovani hanno lavorato in media per tre anni e mezzo, restando invece per un anno e mezzo senza lavoro. Soltanto il 37,2% del campione analizzato ha trovato un lavoto stabile, mentre il 26% si è accontentato di concontratti a termine, il 23,7% è risultato disoccupato e il restante 13,1% era uno studente-lavoratore. In generale il 67% degli under 35 ha un lavoro precario. L'indice di occupazione giovanile è inoltre di 17 punti inferiore a quello nazionale e il tasso di disoccupazione è quasi il doppio della media europea (18% contro 9,5%). Bella situa, no? E poi lo stipendio, altra bella questione. Stando a una ricerca di Eures il 46% dei lavoratori under 35 ritiene di ricevere una retribuzione inadeguata all'ammontare di ore e di lavoro svolto. Una percentuale che sale addirittura al 52% nelle professioni digitali, siam messi bene. Vi servono altri numeri? Meno di un giovane lavoratore su due percepisce una retribuzione fissa mensile, e più del 40% riceve uno stipendio mensile inferiore ai mille euro.
In questi due anni di pandemia, poi, la precarietà ha fatto un bello sprint in avanti. Stando a quanto riportato dall'Inps, nei primi quattro mesi del 2022 le assunzioni private sono aumentate del 48% rispetto allo stesso periodo del 2021. Una bella notizia? Ni. Perché se è vero che sono aumentate tutte le tipologie contrattuali, con le assunzioni a tempo indeterminato salite del 43% e quelle a tempo determinato del 38%, è vero anche che sono fioccato un sacco di contratti intermittenti (+113%) e di assunzioni stagionali (+146%). Precarietà a go go, anche perché molte di queste assunzioni nascondono la sorpresina. Tipo il falso part-time. "Il lavoratore viene regolarizzato per un numero di ore inferiori salvo poi trovarsi a lavorare anche 14 ore al giorno", ha spiegato al Fatto Quotidiano DellʼErba. Per non parlare poi del lavoro nero e di quello grigio, cioè quel lavoro che apparentemente è regolare ma che in realtà contiene degli elementi di irregolarità. Tipo si lavorano ore diverse da quelle indicate sul contratto, una parte del pagamento avviene fuori busta o magari si è inquadrati in modo diverso rispetto alla mansione effettivamente svolta. E tutto questo lavoro irregolare quanto pesa sull'economia e su di noi? Tanto. Secondo le stime per il 2021 di Inl, il giro d’affari dell’economia sommersa vale almeno 200 miliardi di euro. WTF.
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