Per quanto si possa amare la City, è impossibile conoscerla tutta. Ci sono luoghi, spazi ed edifici che probabilmente non abbiamo mai visto, ma che racchiudono storie davvero suggestive. Magari ne abbiamo sentito parlare, forse potremmo anche averli appuntati mentalmente per una visita futura, ma alla fine, come spesso accade, non se n'è mai fatto nulla. E quante volte ci è capitato di voler organizzare un'uscita, per poi ritrovarci negli stessi posti di sempre? Girettino sui Navigli, shopping in Duomo, visita al Castello... tutto stupendo, per carità, ma qualcosa di nuovo no? Già, qualche mese fa vi avevamo illuminato con cinque dritte imperdibili, tra cui il castello di carte e le case igloo. Oggi, dopo aver cercato e ricercato, ve ne spariamo altre cinque davvero particolari e super interessanti. As usual, se vi vengono in mente altri posti meritevoli fatecelo sapere nei commenti, che fate del bene alla community.
Labirinto di Arnaldo Pomodoro
Dove: via Solari 35
E se vi dicessimo che a Milano c'è un Labirinto segreto e misterioso? Arte, magia, introspezione: questo bel mix vi accompagnerà nel viaggio all'interno del Labirinto, disponibile però solo su prenotazione (ocio che le visite guidate sono quasi sempre sold out). Ingresso nel Labirinto è un'installazione ambientale di circa 170 mq realizzata dal leggendario scultore Arnaldo Pomodoro nell'arco di sedici anni, dal 1995 al 2011, come riflessione e sintesi del proprio percorso di artista. Il Labirinto, collocato negli spazi sotterranei dell'ex Riva Calzoni, ora showroom Fendi, è uno spazio che evoca mondi passati, un viaggio di esplorazione nelle metafore dell'esperienza umana. Addentrarsi significa fare un viaggio magico e misterioso nella mente del Maestro, tra rielaborazioni di sculture già note e forme ancora in divenire. Se ci avete capito poco, meglio. Arriverete impreparati allo stupore.
San Bernardino alle Ossa
Dove: piazza s. Stefano
La chiesa di San Bernardino alle Ossa è una delle tante chiese della City, le cui origini risalgono al 1127, a lot of years ago. Una tappa ci sta a prescindere dal vostro livello di cristianità: la church, infatti, è conosciuta per le pareti interne dell'edificio, quasi interamente ricoperte di teschi ed ossa che si trovavano nell'antico ossario. Tutte le ossa vennero disposte nelle nicchie, sul cornicione, adornando i pilastri, fregiando le porte. In questo motivo decorativo, il senso macabro si fonde propriamente con la grazia del rococò. Le ossa appartengono a pazienti morti dell'ospedale del Brolo, a priori e confratelli che lo dirigevano, a condannati alla decapitazione, ma anche carcerati morti nelle prigioni dopo il 1622, membri di famiglie aristocratiche che erano sepolti in sepolcri vicini, canonici della vicina basilica di Santo Stefano. Ok, sì, forse un po' inquietante, ma merita.
Wall of Dolls
Dove: via De Amicis 2
Se cercate una meta che stimoli anche una riflessione profonda, al di là delle questioni artistiche, fate un giro assolutamente al Wall of Dolls – Il Muro delle Bambole contro il femminicidio, inaugurato nel 2014 su iniziativa di Jo Squillo e diventato una ONLUS nel 2019. Si tratta di un’installazione artistica presente in varie città italiane, realizzata per sensibilizzare contro la violenza sulle donne. Ogni bambola rappresenta una donna uccisa, rifacendosi a un’antica tradizione indiana per cui ogni volta che una donna subisce violenza, una bambola viene affissa sulla porta della sua casa. L’opera è in costante evoluzione: ogni persona, infatti, può aggiungere la propria bambola o un pensiero.
La colonna del diavolo
Dove: piazza Sant'Ambrogio
La colonna del Diavolo, o colonna imperiale, è una colonna di epoca romana posta in piazza Sant'Ambrogio, nei pressi della basilica. La colonna è in marmo cipollino con capitello corinzio e secondi gli studiosi, originariamente apparteneva al palazzo imperiale romano di Milano, costruito dall'imperatore Massimiano alla fine del III secolo. Ma non è questo certamente il motivo principale del suo fascino: ci sono due leggende legate ai due fori presenti sulla colonna, che per questo motivo ha preso il nome di Colonna del diavolo. Secondo queste due leggende la colonna fu testimone di una lotta tra sant'Ambrogio e il diavolo, che causò i due fori. Nella prima leggenda, il diavolo tentò di convincere sant'Ambrogio di passare al maligno, ma senza successo. Il santo gli rifilò un calcione e così il maligno colpì la colonna con le corna, che si conficcarono producendo i due buchi, che sarebbero poi diventati un varco per l'inferno. Seconda l'altra leggenda, il maligno, cercando di trafiggere il santo con le corna, finì invece per conficcarle nella colonna. La tradizione popolare, come già accennato, vuole che i fori della colonna odorino di zolfo e che appoggiando l'orecchio alla pietra si possano sentire i suoni dell'inferno: proviamo?
Walk of Fame
Dove: via Largo Corsia dei Servi 21
Dobbiamo tirare un po' le orecchie al Sala, e a Milano in generale. Perché nella City esiste una Walk of Fame sulla falsa riga di quella Hollywoodiana, che se solo fosse messa un po' più in risalto farebbe la sua porca figura. Che poi oh, siamo in centro centro, a due passi dal Duomo. Possibile che non si possa pompare un po' di più questa stradina, piena delle impronte di vip nostrani e internazionali? La location comunque non è casuale: qui c'era la sede della rivista Tv Sorrisi e Canzoni che, nel 1971, ideò il Telegatto, il famoso premio della televisione che dal 1984 divenne la serata di gala che molti di noi ricordano ancora con affetto. Ebbene, nel 1992 la rivista decise di realizzare vicino agli uffici la Walk of Fame di Milano, per riunire le impronte dei più importanti personaggi del cinema e della televisione che avevano vinto il Telegatto. I primi furono Lorella Cuccarini e Marco Columbro, ma è possibile trovare anche Sofia Loren, Tony Curtis, Angela Lansbury, Sharon Stone, Michael Douglas e tante altre celebrities. Basterebbe davvero poco per rivitalizzare un po' questo monumento pop: non per niente esiste anche un gruppo dal nome Salviamo la Walk of Fame di Milano che da anni lotta per riportare in auge questo luogo storico ma ormai, ahinoi, abbandonato a se stesso.
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