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Siamo il secondo popolo più triste d’Europa, ed è colpa del lavoro

Secondo il report State of the Global Workplace 2022 realizzato da Gallup, società di analisi e consulenza, siamo secondi in Europa per tristezza percepita durante il giorno. L’analisi si riferisce principalmente a tre fattori: stress, rabbia e tristezza.

Imbruttiti, ci confermate che il vostro lavoro vi deprime? No perché l’andazzo sembra tutt’altro che allegro: secondo il report State of the Global Workplace 2022 realizzato da Gallup, società di analisi e consulenza, siamo secondi in Europa per tristezza percepita durante il giorno. A superarci solamente Cipro del Nord, di cui ignoravamo l’esistenza fino ad un minuti fa. Rendiamoci conto. Va da sé che la tristezza giornaliera non può non essere svincolata dal lavoro, che tendenzialmente occupa parecchie ore del nostro day. L’analisi si riferisce principalmente a tre fattori: stress, rabbia e tristezza. Ma attenzione è stata rivolta anche al coinvolgimento dei dipendenti rispetto alle proprie mansioni e alla consapevolezza delle attuali difficoltà del mercato del lavoro. 

Il 27% degli italiani intervistati ha dichiarato di sentirsi molto sad durante le proprie giornate, ponendosi nella top ten soprattutto riguardo a rabbia e stress. Siamo pienih. E volete sapere quanto ci sentiamo coinvolti sul lavoro? Praticamente zero: solo il 4%, infatti, ha risposto in maniera positiva. Il 16% degli impiegati italiani ha ammesso di incazzarsi sul lavoro un giorno sì e l’altro pure, e in questo siamo messi pure peggio di Kosovo e Regno Unito, fermi al 15%. Oltre a essere profondamente tristi e poco stimolati, siamo anche rassegnati. L’Italia, infatti, è ultima in classifica pure in merito alla speranza degli intervistati sulla possibilità di trovare un impiego migliore. Zerella. 

Tiriamo un po’ su la pessima media nella classifica che valuta la vita in genere: siamo 26esimi, appena sopra la Repubblica del Kosovo. Bene, ma non benissimo. La prima della classe, as usual, è quella secchiona della Finlandia, in pole position con l’84% degli impiegati, felicissimi della propria vita lavorativa. Ma a cosa dobbiamo, secondo voi, questa infelicissima situazione? Indubbiamente il mondo del lavoro è cambiato, l’ideale del posto fisso e della vita dedita al lavoro e al sacrificio non esiste più. La pandemia ha accelerato un processo che, forse, si stava già mettendo in moto. Quante volte vi abbiamo raccontato, in questi mesi, che tanta gente si sta licenziando da un posto sicuro per andare in cerca della felicità? Per molti, tornare in office dopo settimane e settimane di smart working è stato un trauma, tanto da portarli alle dimissioni.

Tutto vero raga, siamo tristi. Se non bastassero i dati appena snocciolati, pure il World Happiness Report 2022, la pubblicazione annuale che analizza il livello di benessere degli individui su scala nazionale e globale, ci fa sapere che l’Italia è crollata di sei posizioni nel ranking della felicità della popolazione. Siamo scesi al 31esimo posto, schiacciati tra Uruguay e Kosovo. Desolation.

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