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Editorial
oriettabertifabiorovazzi

I quaranta sono i nuovi venti, ma anche no.

Prendiamola alla larga, di questi tempi il mood è propinarci la favoletta che questa sia l'epoca della silver age. Già, lo dicono solo per il business, d'altronde il grano, quello vero, ce l'hanno in tasca loro, gli over sessanta. Ormai sono un'esigua minoranza quelli che si limitano a osservare i cantieri della M4, ingobbiti e in serenità. Tutti gli altri, coadiuvati da pilloline di ogni colore, pronti ai blocchi di partenza per dimostrare al mondo intero di poter ancora mangiare bistecche di brontosauro come Fred Flinstones, bere come una spugna, correre maratone come una gazzella dell'altopiano etiope e pure trombare come gli opossum. Per poi postare le proprie prodezze su Facebook, che hanno imparato a usare un po' fuori tempo massimo. E l'economia si impenna, con il matusa si fattura...

Io, invece, mi trovo tra coloro che sono sospesi. Per la politica, l'INPS e l'Agenzia delle Entrate sono ancora un giovane di belle speranze (a oltre 40 anni!?). La mia forza lavoro serve come il pane per sostenere, da un lato, le pensioni dei predetti vecchietti sprint in perenne sfida con l'orologio biologico e, dall'altro, i generosi sussidi a degli adolescenti in costante ricerca del proprio posto nel mondo. Proprio quelli lì, le nuove generazioni - coloro che in teoria dovrebbero un giorno pagare la mia di pensione - mi guardano con disprezzo. Con i loro bro mi chiamano boomer solo perché ogni tanto faccio ancora i conti a mente, sfoglio un giornale cartaceo e non ho ancora un profilo Tik Tok.

Non sono più di primo pelo. I primi mal di schiena mi impediscono di giocare a calcetto (cazzomene del padel che rischia di farmi finire al Galeazzi), non riesco a tirare mezzanotte se non a Capodanno, se mangio troppo devo imbottirmi di magnesia e mi addormento davanti a Netflix una sera sì e l'altra pure. Però no, non vi invidio affatto, cari ventenni del 2023. Sapevatelo. Se il buongiorno si vede dal mattino voi, generazioni XYZ o come cacchio si dice, siete messi proprio male.

L'outfit che va di moda tra di voi è quanto più sbatti e fuori stagione possa esistere. D'inverno ombelico scoperto anche quando si gela, cagotto categorico. Mentre d'estate via di calzettoni di spugna quasi fino al ginocchio. Con quaranta gradi all'ombra e un'umidità al millemila per cento, la caldazza rischia di fare più danni ai giovani che agli anziani fragili. Peccato che i bagai non guardino più Studio Aperto, d'altronde non c'è più nemmeno Lucignolo-Bella Vita, ma che ne sanno i Duemila dei limoni in discoteca tra Manuela Arcuri e Aldo Montano. Gli Youtuber da milionate di seguaci mica diffondono messaggi sullo stare riparati durante le ore più calde, bere tanta acqua e mangiare frutta fresca.

No, boomer ma sei fuori? C'è la missione da compiere. Ventiquattro ore a mangiare solo mega burger con doppio cheese e i follower impazziscono. Giargianata siderale! Almeno si divertono con poco, ascoltano a tutto volume trapper che in due barre nominano tutti i marchi presenti in Montenapo. Poi non avendo il cash dei loro nonni comprano i vestiti da siti di cinesate per scambiarseli, sempre che al primo giro di lavatrice non sia venuto via tutto il colore. Leggono, sì davvero, leggono molto. Più di tanti boomer, specie di quelli che ricoprono posizioni importanti e fanno figure di emme in giro. Basta fare un rapido check della classifica dei libri più venduti. Lì si trova un'infinità di titoli visti su #Booktok - un hashtag che spopola sul social più utilizzato dai nani - volumi che assomigliano molto agli Harmony che regalavano con le riviste di gossip che comprava mia nonna (mi dite cazzoè un bully romance?). In pratica una versione 2.0 dei fotoromanzi con Grecia Colmenares degli anni Ottanta. 

Torniamo alla musica. Argomento tormentoni estivi, vero specchio dei tempi. Con Orietta Berti che spopola ogni anno più di Blanco (che spacca molto di più nel feat con Mina rispetto a quello con Sfera Ebbasta). La convinzione che la mia sia stata, è, e sarà, proprio la generazione giusta esplode dentro di me. La reunion degli Articolo 31 ci manda in estasi specie quando vedi pogare sul ritmo di Domani Smetto gente che ai tempi in cui è uscita quella canzone non era stata nemmeno concepita. Stesso discorso per Max Pezzali, un mito evergreen, basta che canti solo canzoni scritte prima del cambio di millennio. Pure Paola e Chiara sono tornate sul palco facendo furore. La disco, Italo Disco, si balla ovunque mixata dal Deejay Time. Albertino, Molella, Fargetta e Prezioso erano già grandi quando io ero nano. Ora sono ancora alla consolle! 

Insomma, non c'è più il Festivalbar ma gli anni Novanta dominano e non se ne andranno tanto facilmente.

Parola di boomerone!

PS: per la cronaca io un profilo Tik Tok ce l'ho, ma lo uso solo per osservarvi. 

 

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