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Editorial
barbie

Ero onestamente molto gasata di vedere il film Barbie, di cui in questi mesi si è parlato tantissimo grazie ad una campagna pubblicitaria matta e disperatissima (cit.) che da un lato ha pompato l'hype a manetta e dall'altro ha quasi rischiato di farci arrivare in sala già pienih. Ero comunque curiosa, ma anche un po' dubbiosa, come quando sai che andranno a toccare una tua conoscenza di vecchia data, e temi possano fare cazzate. Io infatti con le Barbie ci ho giocato, e pure tanto, fino a superare persino un'età in cui non stava più bene dire che giocavi con le Barbie, perché invece sarebbe stato meglio (meglio per chi?) trovarti un ragazzetto da limonare. Fosse per me ci giocherei ancora - seriamente - con le bamboline della Mattel, ma non saprei come affrontare i giudizi altrui e quindi mi accontento di rimirare, di tanto in tanto, le mie vecchie amiche (e vecchi amici eh, i Ken non mi mancavano) un po' consumate dall'età ma sempre in forma. Vabbè, ma questi sono solo i cazzi miei. Parlavamo del film, giusto? Ecco. La premessa mi sembrava doverosa per annunciare, con sommo dispiacere, che il film mi ha deluso moltissimo.

Vi briffo al volo sulla trama. La protagonista è Barbie Stereotipo: vive a Barbieland, una sorta di mondo parallelo in cui Barbie, Ken, Skipper e compagnia bella (non ci sono i bimbi però, chissà perché) vivono nella felicità estrema, ogni giorno uguale all'altro. Improvvisamente, Barbie-Margot viene assalita da pensieri di morte, i suoi piedi sulle punte diventano piatti (una trovata esilarante, va detto) e l'armonia della sua esistenza viene intaccata da piccoli inghippi quotidiani. Che succede? Per farla breve: Barbie Stereotipo deve andare nel mondo degli umani per cercare la bambina che gioca con lei, la sua proprietaria insomma, che con i suoi pensieri tristi sta influenzando anche la vita idilliaca della bambola. A Barbie, nell'impresa, si aggiungerà a sorpresa anche Ken, da sempre innamorato di lei (ma mai ricambiato). 

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Le potenzialità c'erano tutte eh. Gran cast, gran regia (apprezzo molto Greta Gerwik, ho adorato Lady Bird), gran dispendio di effetti e scenografie (pazzesche). E che dire poi dei costumi, e di tutti i richiami agli oggetti, ai vestiti e alle bambole che noi - giocatori e giocatrici incallite - conoscevamo benissimo. Simpatico rivedere Allan, bambolotto introdotto nel 1964 come Miglior amico di Ken, fidanzato di Barbie. E la Barbie incinta? Figa, io ce l'avevo! Mi ha strappato più di un sorriso la Stramba, che altri non è che la rappresentazione di tutte le Barbie che bimbi e bimbe hanno torturato, pasticciato e devastato con tagli di capelli improponibili. Ecco, forse più che un solo personaggio, ci avrei visto benissimo un mondo a sé, perché tutti noi abbiamo rovinato almeno una Barbie nella nostra vita. Dettaglio irrilevante, ma nel film - non so bene perché - c'era quasi tutto il cast di Sex Education. Ok.

Comunque, dicevo. Margot Robbie pennellata nel suo personaggio, e Ryan Gosling mai così espressivo e convincente in un ruolo decisamente comico. Eppure qualcosa non ha funzionato, almeno per me. Sì perché - alla fine - ciò che ho apprezzato di più della pellicola è stato proprio Gosling (e io mai stata fan eh), il suo Ken e tutte le scene musicali e nosense che lo riguardavano. Il resto ha oscillato tra il carino, lo stucchevole, l'amarcord e il banale. Ad un certo punto ho anche pensato che forse forse il film era stato pensato esclusivamente per un pubblico di bambini. Non mi so spiegare, altrimenti, la pochezza della sceneggiatura relativa alla questione mamma e figlia (non voglio spoilerare tantissimo, anche se poi che cazzo c'è da spoilerare, mica è un thriller), le proprietarie di Barbie-Margot. Il modo in cui Gloria (America Ferrera...dai Ugly Betty) ha scoperto l'esistenza di Barbie, la stronzaggine della figlia (che però si redime in un nanosecondo), i colloqui melensi e inutili durante l'inseguimento, la riappacificazione telefonata e non credibile, la gag del marito che parla spagnolo buttata completamente a caso. Oltre ad essere a corto di idee, gli sceneggiatori erano forse anche a corto di parole, perché al ventesimo "letteralmente" hanno iniziato a sanguinarmi le orecchie.

Infine, la vera protagonista del film: la retorica. Cioè, funzionava l'idea base di contrapporre il patriarcato del mondo reale, con gli uomini al comando e le donne sempre in secondo piano, al matriarcato di Barbieland. Un femminismo molto pop, l'hanno definito. Mh, maybe. Anche se non ho trovato un grande slancio femminista nella riduzione dell'uomo-ken in minchione senza arte né parte, semplice comparsa frustrata nella vita della perfetta-realizzata-incredibile Barbie. Cioè, funziona perché regala comicità al film, ma riduce l'ampissima questione della gender equality ad un infantile "Noi siamo fighissime e voi siete scemi". Quando in un film inizia a starmi più simpatico il villain (oddio villain...) del protagonista, forse qualcosa non ha davvero funzionato. Anche eliminare il romanticismo come presunta emancipazione non mi ha convinto. Ok, la bambola è Barbie, non è mai stato Ken il protagonista del gioco. Ma perché ridurlo a macchietta? Ribadisco: faceva sorridere, alcune scene di Gosling sono state davvero molto divertenti. Però la sensazione, sul finale, è che se c'era un messaggio di girl-power a me è arrivato distorto.

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In sostanza, per non annoiarvi troppo e non crearvi eccessivi pregiudizi in fase di visione, ho trovato una bellissima confezione, con all'interno tanta confusione, vaghezza, poca logica e soluzioni sbrigative. I guizzi interessanti (che ci sono eh, assolutamente) non sono riusciti a bilanciare i troppi momenti molli, inconsistenti. Alla fantasia mi devi far credere, com'è possibile che chiunque possa raggiungere Barbieland solo pattinando? Per non parlare del messaggio sull'importanza della ricerca del vero sé, perso tra polemiche appena abbozzate, tiepide provocazioni ed esasperazioni immotivate. Se il film - dal trailer - comunque vi ispira, sticazzi della mia recensione. Gustarsi un film sul grande schermo è sempre tanta roba, specialmente per godere al meglio dei sicuramente meritevoli momenti musicali, e di costumi e scenografie che si agguanteranno più di un premio. Se invece siete già dubbiosi... si può serenamente aspettare che lo passino su Canale 5.

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