Lo sentite questo rumorino di fondo? No, non sono i lavori sulla MM2 a Cologno: è il lavorìo dei cervelli in fuga che hanno fatto ritorno in Italia. Pare che il 40% di loro sia proprio in Lombardia, più che altro a Milano. Certo, da non credere come abbiano fatto a resistere lontani da aperitivi a NOLO, camparino ai Navigli, weekendino in Liguria e qualche sbatti... ma, in effetti, quando ci hanno mostrato lo stipendio che prendevano lontani da casa, un pensierino "fuori porta" (diciamo pure: oltreconfine) lo abbiamo fatto anche noi. Adesso, però, il vento sta per cambiare e tutti quei portatori sani di buone idee rischiano o di restare all'estero, oppure di tornare tanto a malincuore quanto se n'erano andati.
Flashback. Dato che "se ne vanno sempre i migliori", già da un po' di anni i Governi hanno cercato di riconquistare il cuore di qualcuno dei "cervelli in fuga" per motivi di ricerca e lavoro. Anche perché, peraltro, erano anche tasse e nuovi nati in fuga... Così, con un po' di cash sul tavolo (sconti sull'Irpef fino al 90% per scienziati e ricercatori, sconto al 70% per tutti gli altri, ndr.) di cervelli se ne sono convinti parecchi a tornare, con anche tutta la testa, le gambe e le braccia.P rima il regime fiscale Controesodo (che non centra con le autostrade d'agosto) nel 2010; poi, il decreto Impatriati (che immaginiamo pronunciato come "imbuti" da Vulvia-Guzzanti) nel 2015; il rinforzo con il Dl Crescita del 2019: ecco che fra il 2015 e il 2021 sono tornati 356mila Italiani. Questo lo dice l'Istat. Poi c'è il rapporto Italiani nel mondo della fondazione Migrantes della Cei (e la Cei - per contratto - non può dire balle, vedi articolo 8 dei Comandamenti): il numero degli italiani rientrati dall'estero negli ultimi dieci anni è più che raddoppiato.
A un certo punto, però, il Governo (quello di adesso) ha deciso che gli sconti erano troppi sia in tempo, sia in percentuale, sia in destinatari: le agevolazioni restano per i cervelli degli scienziati ma non per quelli dei manager... (come se per essere un manager strapagato all'estero potessi cazzeggiare!). Fatto sta che il Consiglio dei ministri del 16 ottobre ha approvato - fra le altre - una stretta a partire dal 2024 sul regime dei lavoratori Impatriati. Un imbuto, insomma (quindi citare Vulvia aveva senso!). Agli oltre 2 mila espatriati italiani appena rientrati o pronti a farlo fino a inizio ottobre, girano un po' gli zebedei: non hanno nemmeno fatto in tempo a tornare che si sono già trovati impelagati nel più classico dei pasticci all'italiana: uno dei tipici motivi per cui si va a cercare fortuna lontano. Ce lo conferma Maria Cristina Origlia, presidente del Forum della Meritocrazia.
"Già non ha molto senso stabilire che alcuni cervelli vale la pena farli rientrare e altri no: se sono state condotte per anni politiche per favorire il rientro dei connazionali è per migliorare l'intelligenza collettiva del Paese e per innescare un circolo virtuoso, che possa rendere il nostro mercato del lavoro più meritocratico, sbloccando l'ascensore sociale, fermo da troppo tempo". In quale roof garden ci porta l'ascensore sociale? "Diciamo che se funziona, smuove un po' le acque della società e offre pari accesso alle opportunità a chi merita, indipendentemente dalla famiglia di origine". Qualcuno ha detto che sono state strette le maglie per evitare il fenomeno - altrettanto italiano - degli approfittatori: tipo, avrebbero sfruttato il meccanismo di rientro anche calciatori strapagati. "Ok, ma allora bastava il tetto al reddito in 600mila euro, che correttamente è stato proposto. Tanto se uno è molto più ricco e vuol tornare non lo ferma certo quello. Bloccare i manager, invece, è un'assurdità perché la ricerca e la scienza sono importantissime, ma lo è altrettanto poter contare su imprese competitive, grazie al capitale umano che riescono ad attrarre".
Abbiamo citato l'Istat e la Cei. Voi non avete qualche dato da snocciolare? "Certo! Abbiamo appena realizzato una Survey, assieme a chEuropa e Tortuga Think Tank, dal titolo Bentornata, Italia!, per sondare le ragioni, le aspettative e le intenzioni per il futuro di chi è rientrato negli ultimi anni. Hanno risposto in 400, rimpatriati in maggioranza tra il 2016 e il 2023. Sono perlopiù persone con un alto profilo di studi e un’età compresa tra I 26 e i 45 anni. Se volete saperne di più, siete tutti invitati all'evento Bentornata Italia, il 30 novembre". Cosa avete scoperto? "Due terzi di coloro che sono rientrati in Italia e che stanno usufruendo dell'agevolazione, non l'avrebbero fatto senza incentivi o avrebbero ritardato il rientro. E se parliamo di chi lavora nel settore privato, la percentuale sale a tre quarti. Il 40% dei nostri intervistati ha scelto la Lombardia come regione del rientro anche se originari di altre regione. Qui ci sono le aziende e le opportunità più grandi". Per non parlare degli sbatti e degli aperitivi! Un'ultima domanda: chi è il genio che ha inventato la parola Impatriati???
Autore: Daniela Faggion
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