Finalmente ci siamo: al ristorante, non ci dovremo più vergognare di chiedere la doggy bag con i nostri avanzi di cibo da portare a casa, inventandoci persino l’esistenza di un cagnolino sempre affamato che, in realtà, non abbiamo. Saremo liberi di passeggiare per le vie milanesi con la nostra schiscetta senza sentirci additati come marcioni o zanza perché, addirittura, sarà il cameriere a portarcela al tavolo. Noi, non dovremo nemmeno chiederla. Il futuro potrebbe essere questo grazie alla proposta di legge Obbligatorietà della Doggy Bag presentata nel pomeriggio del 10 gennaio nella sala stampa della Camera dei deputati dagli esponenti di Forza Italia Giandiego Gatta e Paolo Barelli. È un modo per evitare di gettare nell'immondizia ciò che non viene consumato in bar e ristoranti, e contribuire così a ridurre lo spreco alimentare e far smettere di pensare "eh ma io quella cotoletta l’ho pagata tutta anche se ne ho mangiata la metà".
L’iniziativa, diffusa già in America e obbligatoria in Francia e Spagna, prevede che tutti i ristoratori abbiano sempre a disposizione dei contenitori a norma, riutilizzabili o riciclabili, altrimenti partono le multazze a partire dai 25 fino ai 125 euro. Si, va beh, ma chi è che li paga questi contenitori? Ce lo stiamo chiedendo perché poi c’è sempre la vocina sostenibile di Greta Thunberg, ormai insita inognuno di noi, che ce li fa immaginare in materiale perfettamente riciclabile e quindi più costosi. Se sono a totale carico del ristoratore, bella lì, ma, se li dobbiamo pagare noi, con l'incremento dei costi, allora siamo un po' meno convinti.
I dati dell’Osservatorio Waste Watcher International del 2023 stimano uno spreco domestico pro-capite settimane di 500 grammi circa, in Italia. Proprio questi nuovi dati, resi pubblici dall’economista e divulgatore Andrea Segrè, fondatore del movimento e della campagna Spreco Zero, ci dicono che: un italiano su 2 (il 47% degli intervistati) chiede di trovare la doggy bag di default al ristorante; uno su 3 (il 32%) consiglia di dotarsi di bag riutilizzabili ed eco-compatibili e solo il 3% sostiene che non accetterebbe di portarsi a casa il cibo avanzato.
Mentre, da un'analisi Coldiretti/Censis, diffusa in riferimento alle proposte parlamentari, sappiamo che quasi un italiano su 2 (49%) è pronto a chiedere la doggy bag al ristorante per recuperare il cibo non consumato ed evitare così che venga buttato. Ok, ma una legge quindi ci serve davvero? Per Massimiliano Dona, avvocato, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, no: "Il Codice civile prevede già una norma di questo tipo. Nel momento in cui pago una cosa, è mio diritto portarla via. Vale tanto per una maglietta in un negozio di abbigliamento, quanto per il cibo al ristorante - ha spiegato al Corriere - Non c’è alcun bisogno di creare un’altra legge: andrebbe solo ad aumentare i costi per i ristoratori che si troverebbero a dover acquistare contenitori in più e pagare del personale che vi trasferisca gli avanzi. Oltretutto la legge parte anche da un presuppostos bagliato: la statistica sullo spreco alimentare citata nella proposta riguarda lo spreco alimentare in generale, non nella ristorazione. Di quel dato, solo una minima percentuale è riconducibile agli avanzi nei ristoranti: la gran parte ha origine domestica”.
Il consumatore quindi ha da sempre diritto a portarsi via gli avanzi, e il ristoratore deve consegnarglielo in un contenitorie idoneo. La doggy bag può comportare un sovrapprezzo solo nel caso in cui quest'ultimo fosse esplicitato nel menu, ma a quel punto ci aspettiamo una bag di Gucci. Ergo, fbl: se dal nulla vi chiedono soldi in più, vi vogliono zanzare. Ad oggi, comunque, il ristoratore non è obbligato a fornire la confezione. L’Avvocato Dona segnala che nel disegno di legge è prevista l’eventualità per il consumatore di portarsi un contenitore da casa: "Ma è anche probabile che il ristoratore non lo ritenga idoneo al trasporto e faccia, quindi, utilizzare quello del ristorante, con costo aggiuntivo annesso". Che casino però.
E se siamo seduti a tavola e oltre al cibo abbiamo avanzato anche del vino in bottiglia, come ci possiamo comportare? Basta chiedere e si porta via. Quante volte vi è capitato di ordinare un litro di acqua che poi nessuno beve, e magari ci è costata 2,5 euro? E quanto ci fa soffrire lasciarla lì, intonsa, sul tavolo, mentre ce ne andiamo? Bè, volendo possiamo chiedere di portarla via, perché l'abbiamo pagata. In conclusione, più che una legge serve un ripassino serio del Codice civile. C'è chi comunque propone di chiamarla "Family bag" oppure "Save bag" per aiutarci ad uscire dall’imbarazzo di inventarci la presenza del cagnolino immaginario citato sopra che ci aspetta a casa.
Ma basta scuse, su. Se al ristorante avanziamo cibo e vino, sorridiamo al ristoratore e chiediamogli bag e bottiglia…che, si sa, gli avanzi del giorno dopo sono sempre i più buoni.
Autrice: Monica Falcinella
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