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Editorial
bill_gates

Eeeeehhh, il grande Bill, il vecchio Bill, il number one Bill… ma come chi? Bill Gates, patron di Microsoft, king of cash del mondo per un botto di tempo, capace di combattere la povertà, lottare contro l’AIDS e magari anche trovare un tavolo libero in via Sarpi il giorno del capodanno cinese in una sola vita. Il 4 febbraio è uscita la sua autobiografia, Source code, i miei inizi, dove ci spiega un paio di cose su come si fa a cambiare il mondo.

In questi anni si sa, un’autobiografia non si nega a nessuno, nemmeno al boule dogue francese del nostro vicino di pianerottolo, ma dato il personaggio, a questa vale la pena almeno di darci un’occhiata. Noi lo abbiamo fatto, e dobbiamo dire che è veramente tanta tanta roba.

Non vi aspettate un ritratto del solito fenomeno che ha un’idea, la vende e fa un sacco di soldi. Più che un manuale della fatturazione esponenziale, Bill vuole trasferirci una visione del mondo, la sua, basata esclusivamente sulla logica. Se pensate di essere efficienti perché segnate tutti gli appuntamenti sull’agendina elettronica, ecco, ne avete da mangiare di insalate di matematica. Per Bill ogni problema è un algoritmo da sviluppare, e applica questo approccio sin da quando gioca a carte con la nonna da bambino. Pare che lei abbia avuto gran parte del merito del suo successo, peccato non abbia potuto godere dei frutti.

Problema, sviluppo, soluzione; problema, sviluppo, soluzione, la sua testa funziona sempre così, dalle partite a Scala 40 alla vendita di frutta secca; dalle scarpinate nei boschi alla scelta della classe in base alla probabilità di trovarsi con delle ragazze carine (eh sì, racconta anche questo, il Bill). Una volta, quando era un po’ più grandicello, lui e dei suoi amici (non proprio delle volpi) restano bloccati sotto la neve in cima a un monte. Mentre tutti pensano a come non morire assiderati, lui mentalmente comincia a elaborare un codice per risolvere un problema matematico, così, tanto per non sentire il freddo.

Pare abbia funzionato.

Quello che viene fuori è un po’ il ritratto del classico nerd: occhialuto, denti storti, non proprio socievole. Anche questa fissa per la programmazione sembra essere un modo per non avere troppa gente fra le p***e, e alla fine, come dargli torto? In fondo, lui è stato un nerd quando non li avevano ancora inventati, quindi rispetto assoluto per aver inaugurato il trend.

Però con uno così ci si divertiva pure.

La sua curiosità morbosa lo porta a fare cose folli come questa: un giorno a lezione di anatomia, Bill decide di fare una dimostrazione su come funziona la respirazione. Quale metodo migliore che non procurarsi un polmone vero? Si presenta con l’organo avvolto in una carta da macellaio, e quando lo apre i compagni iniziano già ad avere le prime traveggole. Quando poi lui comincia a premere sul polmone per mostrare come si gonfia e si sgonfia, una ragazza sviene per via del sangue che comincia a uscire dappertutto. Questo è l’uomo che ha creato la Microsoft, e se state pensando "beh, certe cagate le ho fatte anch’io", ci spiace, non basta.

Lettura ottima per boomer, che rivivranno la nostalgia dei floppy sgaruppati, delle ore passate a scaricare una singola immagine (e non diciamo altro), di video games dalla grafica improbabile, quando la Silicon Valley era solo un enorme parcheggio ai confini di San Francisco. Ma lo sapete che il primo nome di Microsoft era Traf-o-data? (no, non si può sentire). Tutto ebbe inizio così, con un software per controllare i flussi del traffico. C’è chi in coda s’incazza e chi pensa a come trasformarla in cash.

E poi si imparano altre cose fondamentali: “… come il tempo massimo che un pinguino Adelia può trattenere il respiro sott’acqua: sei minuti”. Capito no? Per i prossimi ape al Deus ex Machina siete a posto.

 

@il_lettore_snob

 

 

 

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