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Femministe imbruttite, a raccolta! Oggi andiamo a parlare di una (purtroppo) non così rara specie di Homo Sapiens Sapiens, un attempato professore universitario di Bari che ha appena portato a casa una figura di merda epocale.

Tale Donato Mitola, cultore della materia di Bioetica presso la facoltà di Medicina dell’Università della città, se n’è uscito con una frase infelicissima prontamente ripresa in un video da uno dei suoi studenti, che l’ha poi pubblicato sui social. Una volta diventata virale, la frase ha inevitabilmente condannato il Mitola a una pubblica gogna. Oh, ci sta. Il prof, durante una lezione online tenuta qualche giorno fa agli studenti del primo anno, ha dichiarato: “Non possono esserci giudici donne. Giudicare vuol dire essere imparziali, mentre le donne sono condizionate dall’emotività. Sono più sensibili degli uomini e questo le condiziona, seppur incoscientemente”.

Sob, che mestizia. Anni e anni di lotte e siamo ancora a stereotipi del tipo sei nervosa perché hai il ciclo, sei donna e quindi non sai guidare, ma anche sei uomo e quindi sei forte, non piangi e non ti lasci dominare dall’emotività. Pare che il buon Mitola non sia nuovo a esternazioni discriminatorie. In altre occasioni avrebbe affermato, parlando delle coppie omosessuali, che “non possono crescere bambini”, mentre sull’aborto aveva detto che “se lo fai uccidi una persona, perché il DNA dalla prima cellula resta inalterato”. Cioè, se a dirlo è il vecchietto al bar sotto casa ok. Si può pure capire. Ma un professore universitario, dai, che storia è?

Insomma, un super conservatore il nostro Mitola. Finalmente dopo tutte ‘ste cazzate qualcuno ha capito che forse forse bisognava fare attenzione prima a chi si sceglie per insegnare ai ragazzi. Il rettore dell’Università Aldo Moro di Bari, Stefano Bronzini, ha quindi disposto “l’immediata sospensione del dottor Donato Mitola dall’incarico di cultore della materia e da qualsiasi altra attività di didattica e di ricerca di questa Università”. L’Ateneo barese parla di “frasi lesive della parità di genere espresse che a un primo esame contravvengono ai principi fondamentali enunciati dal Codice Etico di questa Università e, più in particolare, a quelli di eguaglianza e non discriminazione”.

E vedremo, alla fine, a chi spetterà il compito di decidere del futuro del Mitola. Chi dovrà giudicarlo. Una donna, speriamo.

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