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Alzi la mano chi, una volta nella vita, non ha mai vestito i panni dello stagista. Prima esperienza, nonnismo tra i colleghi con contratto, mansioni discutibili e sfruttamento a go go. The same, old story. Ebbene, gli amici americani a questo esercito di tirocinanti sottopagati e schiavizzati hanno deciso di dedicare una ricorrenza, il National Intern Day (il giorno dello stage), che si festeggia l'ultimo giovedì di luglio, quindi oggi. Un'occasione per riflettere su quale sia la situation di milioni di stagisti nel mondo, colpiti (come tutti) dagli effetti della pandemia

Andiamo a snocciolare i numeri. Secondo uno studio del website Glassdoor solo negli States il 50% dei programmi di stage è stato cancellato nella primavera del 2020. E tanti giovani (e magari pure meno giovani) sono rimasti senza nemmeno la possibilita di iniziare un'esperienza, un lavoro. Bad story. Stando ai dati dell’International Labour Organization in collaborazione con la Commissione Europea, 6 tirocinanti su 10 (quindi il 58%) hanno visto interrompere il proprio periodo formativo in azienda, sempre a causa della pandemia. 

L’indagine ha coinvolto oltre 900 aziende e la percentuale più alta di interruzioni, pari al 64%, è stata registrata all’interno delle grandi imprese e delle multinazionali. Insomma, in tempo di crisi i tirocinanti sono stati i primi da sacrificare. L'Italia si accoda a questo amaro trend: a ottobre 2020, stando ai dati forniti dal Ministero del Lavoro, gli stage extracurricolari, retribuiti e svolti al di fuori del percorso scolastico si sono ridotti del 48%, passando da 185mila a poco più di 96mila. 

Oh, pesante. Ma cerchiamo di guardare al lato positivo, dai. Rimboccarsi le maniche e via a fatturare. Anche da stagisti. Le difficoltà del periodo, infatti, devono spingere i più giovani e i potenziali stagisti a lavorare sulla loro crescita personale, in particolar modo in ottica soft skills che, come indicato da USA Today, sono sempre più ricercate dai datori di lavoro. "Per imparare le soft skill non è sufficiente leggere o studiare, sono necessari un percorso
educativo e formativo di qualità e, allo stesso tempo, anche un ambiente positivo ricco di esempi o modelli da cui poter apprendere queste nuove competenze o abilità – ha spiegato Massimo De Donno, ideatore di Genio in 21 Giorni - La messa in pratica di queste soft skill, all’interno di un vero e proprio laboratorio applicativo, ci consente di crescere in modo tale da consolidare le competenze stesse poi nel quotidiano".

Ecco la top ten delle soft skills da sviluppare per conquistare il posto di lavoro secondo De Donno. Oh, in tempo di guerra tocca essere armati bene.

1. Il teamwork, ovvero la capacità di saper lavorare in gruppo.
2. Il time management, quindi l’attitudine ad organizzare il lavoro e a rispettare le scadenze.
3. La comunicazione efficace: si tratta di una dote fondamentale sia per interfacciarsi con i clienti sia con i propri colleghi di lavoro.
4. Il problem solving, il quale consiste nell’abilità di trovare soluzioni adeguate a prescindere dall’imprevisto lavorativo.
5. La creatività: le idee originali vengono sempre considerate con grande attenzione.
6. La gestione di eventuali conflitti sul posto di lavoro.
7. La leadership, quindi la capacità di prendere decisioni e assumere l’iniziativa.
8. La flessibilità, ovvero l’adattamento alle diverse situazioni all’interno del workplace.
9. La reattività ai feedback e l’attitudine di adeguare la propria operatività a essi.
10. La tendenza a collaborare attivamente con i propri colleghi.

Insomma amici stagisti o aspiranti tali... tocca stringere i denti e tirare fuori le balls

 

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