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orgasmatronredux_normajean

Imbruttiti, se state programmando una gita fuori porta ci sentiamo di consigliarvi Bologna. Piazza Maggiore, la Torre degli Asinelli, la stanza degli orgasmi. No no, non ci siamo rincoglioniti: a Bologna esiste davvero una stanzetta dall'intrigante nome Orgasmatron Redux, che promette di regalare eccitazione a chi ci entra dentro. Dai, merita una tappa almeno per testare la veridicità della sua funzione. 

La Orgasmatron Redux è un'opera d'arte inaugurata in collaborazione con Kilowatt e MAMbo, realizzata da Norma Jeane, artista di Los Angeles di cui però non si conosce la vera identità (forse una fan di Marilyn Monroe, il cui vero nome era Norma Jeane Mortenson Baker? Vai a sapere). Il misterioso artista ha iniziato a progettare questa stanza degli orgasmi partendo dagli studi di Wilhem Reich, collaboratore di Freud fuggito in America durante il periodo nazista e inventore delle camere orgoniche. Ma come funziona questa cameretta del piacere?

“È una cabina orgonica, che unisce alla stimolazione sessuale generata da sostanze e materiali (lana di pecora e lana di ferro i due materiali principe) anche quella sonora”, ha spiegato il curatore, Lorenzo Balbi, direttore del Mambo. Nella cabina di Orgasmatron, infatti, si può entrare uno per volta, per un massimo di 15 minuti di godimento. L’opera, installata alle serre dei Giardini, è di fatto una grande scatola con pareti di legno all'esterno e di lamiera all'interno riempite con strati alternati di lana di pecora non trattata e di lana d’acciaio, che trattengono al meglio gli ormoni.

Nella stanza la luce è rossa, un colore che secondo gli studi alla base della sperimentazione di Norma Jean, è un colore in grado di aumentare l’eccitazione sessuale. Tu ti metti seduto e tutt'intorno viene diffusa, quasi in modo impercettibile, una soluzione di copuline e ferormoni e in cuffia si sentono "Toni binaurali per la stimolazione di beta-endorfine". “Questa cabina oltre ad essere uno stimolatore, è un acceleratore di pulsioni. Mi piace pensare - ha detto Balbi - che l’arte possa essere veicolo di comunicazione con le persone". L'installazione è aperta a tutti senza limiti di età. Sembra figo, proviamo?

 

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