I voli low cost, lo sappiamo, non sono certo i più confortevoli. Ma spesso, se dobbiamo fare viaggi brevi e non abbiamo grandi finanze, ci salvano le chiappe consentendoci comunque di andare da A a B in aereo. Ebbene, visto il macello scoppiato nell'ultimo periodo negli aeroporti di tutta Europa (ve ne abbiamo parlato pochi giorni fa), pare che i boss delle compagnie low cost, tipo Ryanair e Easyjet, stiano iniziando a valutare seriamente un aumento dei prezzi dei biglietti. La mancanza di personale (licenziato in pandemia o malato) e lo scoglionamento (pure giusto) di quelli presenti che scioperano, sta portando alla cancellazione di un botto di voli, ogni giorno, sputtanando così le vacanze tanto desiderate dopo due anni davvero di merda.
A questo aggiungiamoci, perché no, l’aumento dei prezzi dei carburanti e dell’energia: per questo non stupiscono le parole di Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair, secondo il quale in questo complicato panorama le compagnie aeree low cost non saranno più in grado di offrire tariffe economiche. "Siamo troppo economici. Trovo assurdo che ogni volta che volo a Stansted il viaggio in treno fino al centro di Londra sia più costoso del biglietto aereo", ha detto al Financial Times. Una bella svolta per Ryanair, che ha sempre fatto della convenienza dei suoi biglietti il punto forte. "È stato il mio lavoro, ho fatto un sacco di soldi facendolo - ha ammesso candidamente O'Leary - Ma alla fine non credo che nel medio termine i viaggi a un costo di 40 euro possano essere sostenibili. È un prezzo troppo economico".
"Però - ha precisato l'ad - penso che sarà comunque economico e accessibile anche 50 o 60 euro". Considerando che alcuni voli di Ryanair possono costare anche 10 euro, si tratta di un bell'aumento eh. Ok, boss di Ryanair. Se però aumentate i prezzi toccherà aumentare la qualità dell'offerta e migliorare le condizioni contrattuali e lavorative dei vostri dipendenti. Ci state dentro? No perché il personale di Ryanair, dalla Spagna all'Italia, ha già fatto sapere che l'estate sarà all'insegna degli scioperi proprio per chiedere stipendi e condizioni di lavoro migliori. Easyjet, stessa cosa. "Le compagnie aeree cercano di offrire tariffe basse. Ma quando voli a buon mercato, il costo viene dai salari o dalle condizioni delle persone che ci lavorano", ha spiegato con chiarezza al New York Times Laura Nurski, economista del lavoro presso Bruegel, un think tank di Bruxelles. Per Arnaud Feist, amministratore delegato dell'aeroporto di Zaventem, a Bruxelles, nelle compagnie low cost ci sono "situazioni sociali a volte molto difficili" e non più sostenibili.
Eh sì, i dipendenti delle compagnie low cost sono pienih. E hanno ragione. "A volte arriviamo a fare turni fino a 13 ore senza un minuto di pausa. Così capita di dover mangiare mentre siamo in volo tra una salita e un atterraggio", ha spiegato uno dei comandanti di volo della Ryanair che ha aderito allo sciopero nazionale indetto dalla Filt Cgil e dalla Uiltrasporti, come riportato da Il Fatto Quotidiano. "La questione principale è quella dei ritmi di lavoro e della fatica, entriamo in aereo la mattina e non scendiamo fino a quando non completiamo l’ultimo volo. Si va da un minimo di due a un massimo di sei voli al giorno con turni che possono arrivare fino a 14 ore per cinque giorni consecutivi". Ma questo non è certo un problema nuovo, che si può imputare ai casini della pandemia. In epoca pre Covid i disagi dei dipendenti di Ryanair erano gli stessi. Quindi ok, attendiamo aumento dei biglietti. Ma tocca alzare anche altre asticelle...
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