Tempi di attesa infiniti per una visita e pochi medici a disposizione. Sono sostanzialmente queste le critiche che i milanesi rivolgono alla sanità pubblica, tanto che per un cittadino su tre il sistema sarebbe addirittura da bocciare. A fare un check delle opinioni generali è stata l'ultima ricerca dell'osservatorio sanità di Unisalute (Unipol) che insieme a Nomisma ha interrogato gli abitanti della City circa il loro pensiero sulla sanità pubblica, messa a confronto con quella privata. Il risultato? Non benissimo, soprattutto post pandemia.
"Per i milanesi la Sanità pubblica resta un baluardo, con il 55% che dice di avere fiducia nel Servizio sanitario nazionale, e il 44% d’accordo nel definirlo ancora uno dei migliori al mondo. In molti, però, non esitano a denunciarne l’attuale situazione di crisi, probabilmente aggravata dall’impatto della pandemia", si legge nell'analisi. Secondo il sondaggio, più di un milanese su tre (quindi il 37%) ritiene che il Servizio sanitario nazionale sia peggiorato rispetto a 5 anni fa. Per carità, c'è pure qualcuno che pensa sia migliorato, ma sono davvero in pochi (11%), mentre il 52% non ha rilevato alcun cambiamento. Più stabile la valutazione della sanità privata: per il 66% degli abitanti della City è rimasta invariata, per il 20% è migliorata e invece per il 14% è da bocciare.
Ma tornando alla sanità pubblica: perché secondo molti cittadini non va per niente bene? Il tallone d'Achille sono - ça va sans dire - i tempi di attesa: secondo il 78% si sono allungati, con un 44% che parla addirittura di un "forte aumento". Oh, non sappiamo voi, ma effettivamente quante volte capita, chiamando il Cup o prenotando online, di vedere le prime disponibilità per una banale visita dopo mesi e mesi? Figa, muves. C'è un buon 65% di intervistati che lamenta inoltre un aumento dei costi, e quasi due su tre (64%) ritengono insufficiente il numero di medici e infermieri in servizio. Comunque non è che nel settore privato vada tutto liscio come l'olio: per il 39% anche qui i tempi sono troppo lunghi (ma come, pure sganciando la grana?), mentre il 75% non tollera la crescita dei costi, molto più evidente rispetto al servizio pubblico.
Ma quindi in base a quale criterio i cittadini di Milano scelgono di rivolgersi alla sanità pubblica o a quella privata? La risposta è piuttosto scontata, bisogna dirlo: chi nell’ultimo anno ha scelto il pubblico, lo ha fatto per risparmiare (49%), mentre chi si è rivolto a strutture private voleva evitare le lunghe attese (77%). Nel complesso il livello di soddisfazione è più alto per i servizi sanitari privati rispetto a quelli pubblici: nel primo caso si dice soddisfatto delle cure ricevute il 68% degli intervistati, nel secondo solo il 50%. Oh, comunque non è che adesso tutti schifino la sanità pubblica eh, ci mancherebbe. La maggioranza (55%) ha espresso fiducia nel SSN, e quasi la metà (44 %) lo ritiene ancora tra i migliori al mondo. La percentuale di scontento può essere comunque uno stimolo a fare meglio: il campione milanese intervistato da UniSalute spera possano aumentare le soluzioni tecnologiche per l’assistenza a distanza e che si possa andare verso una maggior integrazione tra sanità pubblica e privata.
Che ne pensate Imbruttiti? #ssnsì #ssnno?
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