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Diamo per scontato che conosciate Leandro Erlich, ma se non siete sul pezzo vi briffiamo al volissimo: artista argentino, nato a Buenos Aires nel 1973, crea grandi installazioni con cui il pubblico si relaziona e interagisce, diventando esso stesso parte dell’opera d’arte. Le sue creazioni sono uniche e rappresentano un’assoluta novità nel panorama artistico e uniscono creatività, visione, emozione e divertimento. Ecco, l'intro era necessaria per farvi sapere che da domani Palazzo Reale accoglierà per la prima volta in Europa un’ampia monografica proprio sul Leandro Erlich, Oltre la soglia. Classica occasione che mette d'accordo tutti, espertoni e semplici curiosi, solitari e famiglie, nani e senior.

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I lavori di Erlich sono frutto di una ricerca artistica profonda e concettuale che sfocia nel paradosso. Che le sue opere siano a Milano è una gran figata, vista la quantità di visitatori che ha già conquistato nel mondo: 600mila a Tokyo e 300mila a Buenos Aires, giusto per farvi un'idea. Da domani 22 aprile a Palazzo Reale viene così data al pubblico la possibilità di conoscere il lavoro di Erlich attraverso le sue opere più note e iconiche, per la prima volta riunite in una sola sede con l’intento di sistematizzare la produzione dell’artista. 

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E così vai di palazzi in cui ci si arrampica virtualmente, case sradicate e sospese in aria, ascensori che non portano da nessuna parte, scale mobili aggrovigliate come fossero fili di un gomitolo, sculture spiazzanti e surreali, video che sovvertono la normalità. Sono tutti elementi che ci raccontano qualcosa di ordinario in un contesto stra-ordinario, dove tutto è diverso da quello che sembra, dove si perde il senso della realtà e la percezione dello spazio. Opere che invitano a riflettere, of course, ma che offrono anche lo spunto per una fruizione dinamica e divertente. Di sicuro, Erlich ci porterà in un altrove magico, dove il possibile diventa impossibile, ma che stupisce ed emoziona grazie a un grande senso estetico e una poesia fortemente intrinseca. Il risultato è esplosivo, appassionante, indimenticabile. "Mi piace presentarmi come un artista concettuale che lavora nel regno del reale e della percezione", ha dichiarato Erlich. "Il mio soggetto è la realtà, i simboli e il potenziale di significato. Mi impegno a creare un corpo di opere - soprattutto nella sfera pubblica - che si apra all'immaginazione, sovverta la normalità, ripensi la rappresentazione e proponga azioni che costruiscano e decostruiscano situazioni per sconvolgere la realtà. Parlando in generale". L'architettura del quotidiano è un tema ricorrente nell'arte di Erlich, che mira a creare un dialogo tra ciò che crediamo e ciò che vediamo, così come cerca di colmare la distanza tra lo spazio del museo e l'esperienza quotidiana. Figa che hype!

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Raga, onestamente è difficile spiegare Erlich a parole, bisogna provare l’experience per capire. Le sue opere suscitano, inizialmente, un senso di familiarità rispetto al quotidiano, per poi insinuare un certo dubbio. Osservando con attenzione l’opera, infatti, lo sguardo dello spettatore inizia a dubitare di ciò che percepisce trovandosi di fronte a un fenomeno inspiegabile. Suscitare domande, dubbi, emozioni che interagiscono con i suoi lavori è il pensiero primario di Erlich, ed è proprio la partecipazione dello spettatore che rende l'opera completa. In parole povere, dovrebbe andare così: "Ah ok chiaro, figo... no aspe...WTF?".

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