Il 22 dicembre 2023 saranno 40 anni dall'uscita di Vacanze di Natale '83. Un cult della commedia italiana, che ogni anno torna a ripopolare le nostre visioni in tv e a rimescolarci stomaco e cuore di nostalgia. Bastano poche note di "I like Chopin" ed è subito "Non ce la faccio, troppi ricordi". Vi abbiamo già raccontato che, per celebrare il compleanno, a Cortina è stata programmata una super festa, in cui non mancherà Jerry Calà in versione Billo. E proprio l'attore ha ricordato, in un'intervista al Corriere, la genesi del film e del suo personaggio, e ha ricordato la bellezza di quegli anni patinati e leggeri.
Nel film, Jerry Calà interpreta - per l'appunto - Billo, squattrinato playboy sciupafemmine che suona al piano bar. "Non sono bello, piaccio" è l'iconica battuta che lo rappresenta. "L'ho inventata io - ha spiegato Calà nell'intervista - Era la rappresentazione perfetta della mia immagine, di un ragazzotto degli anni ’80 che non era bellissimo ma con la sua simpatia, col suo savoir faire si dava da fare. Adesso un pochino la testa a posto l’ho messa. Un pochino, eh".
Se nell'immaginario Vacanze di Natale rappresenta il capofila dei cosiddetti "cinepanettoni", il nostro Jerry Calà non sembra apprezzare. "No, per me non c’entra niente con quelli che sono venuti dopo, non mi stanco mai di dirlo: non è giusto chiamarlo cinepanettone. Questa è una signora commedia con tutti gli attributi. È stato un film che ha riportato la commedia di satira, di costume in un momento in cui il cinema era molto favolistico. Penso a Celentano, per esempio. Film magari belli ma surreali. Vacanze di Natale raccontava la gente vera. I personaggi i Vanzina li avevano presi e fotocopiati dalle loro esperienze e dai loro viaggi, dalle loro vacanze a Cortina col padre".
Tanto iconico quanto impensabile da girare oggi, in un periodo storico in cui c'è maggiore sensibilità nei confronti del linguaggio, e battute come "Non sono fro*io" o "C’è un’altra cosa che non stufa mai: la cugina del tortellino… La gnocca!" non si potrebbero più inserire. "Per i canoni di oggi ci sarebbe sicuramente no. Ma rappresenta come si parlava in quel momento, negli anni ’80. Era sicuramente anche un po' cattivo e affrontava temi che non si erano affrontati, come la fluidità del personaggio interpretato da Christian De Sica, che viene trovato a letto con il maestro di sci e si dichiara bisex. Alcuni erano perplessi, invece piacque tantissimo e abbiamo sdoganato alcune situazioni che oggi sono comuni".
Immancabile il ricordo del Dogui, Guido Nicheli. "Per noi era un guru. Uno che tutto il giorno sparava quei suoi motti, non recitava, era il suo modo di essere e di parlare. Così com’era nel film era nella vita, a parte non era un cummenda ricco, ma mi raccontava che in alcune situazioni, siccome era uno che aveva un bel portamento e si vestiva bene, riusciva a farsi scambiare per un capitano d’industria". E non ne dubitiamo affatto!
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