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Non bisogna essere degli economisti per rendersene conto, il modello di lunga data che vedeva i giovani guadagnare più dei loro genitori nelle rispettive fasi della vita lavorativa si è bruscamente interrotto. Lo sanno bene i vecchi ragazzi e le ragazze del Duemila, la generazione che per prima, in modo più brusco e profondo, ha incassato l’inizio di questa inversione di tendenza che continua anche oggi, non solo in Italia: pensate che in Germania si parla addirittura di un tetto al prezzo… degli affitti direte voi, e invece no, al prezzo del kebab, ormai troppo alto (da 2,70 a 7 euro!).

Questa profonda perdita del potere di acquisto non può non avere conseguenze sulle scelte professionali dei più giovani che, giustamente, vedendo in che situa sono quelli più grandi che non possono consolarsi nemmeno con un kebab del fatto di non riuscire a comprare casa, due domandine se le fanno a partire da che scuola superiore scegliere, determinando una piccola rivincita delle scuole professionali non più ripiego del più blasonato liceo, non più opzione per chi è confuso su che strada prendere, ma prima scelta consapevole: in pratica ci sono dei chiari segnali che mostrano come la generazione Alpha (ovvero i nati a partire dal 2010) e gli ultimi "esemplari" della GenZ stiamo dando un nuovo senso alle scuole che ti insegnano un mestiere, strappandogli di dosso quella patina di scuola di "serie b" che hanno sempre avuto appiccicata addosso.

Ad accendere un riflettore su questa rivincita del cacciavite è il Wall Street Journal che sottolinea come la Gen Z statunitense, attratta da retribuzioni più alte e da meno concorrenza, stia diventando la "generazione della cintura degli attrezzi". In questo, tuttavia, c’è anche lo zampino virtuale dell’intelligenza artificiale e della tecnologia più in generale che, da una parte, fanno brillare di luce nuova i lavori una volta considerati umili, anche un idraulico ora usa gli algoritmi e installa valvole e pompe dotate di intelligenza, dall’altra scaccia la paura di studiare tanto per un mestiere più astratto e concettuale che rischia, nel prossimo futuro, di venire svolto interamente da un bot, si pensi ad esempio a tutto l'ecosistema della comunicazione.

Scendendo nel dettaglio, il trend in atto in Usa è questo: le iscrizioni ai programmi di formazione professionale, sia secondaria che post diploma, sono in aumento mentre le iscrizioni complessive ai college comunitari, quelli per ottenere una laurea breve, sono in calo. Non tutte però, i corsi di laurea breve con orientamento professionale, infatti, hanno visto il più alto aumento dal 2018: +23%. Ma quali sono questi corsi? In Italia li offre, ad esempio, l’università di Bologna: con la laurea in "Meccatronica" ad esempio, o quella in "Tecniche edilizie per il Territorio", vere e proprie lauree da corona da alloro che concludono un percorso tecnico mirato ad imparare un mestiere iniziato, magari, scegliendo dopo le medie una scuola professionale. 

Ma questi dati statunitensi, trovano un corrispettivo anche in Italia? La risposta è affermativa, lo mette nero su bianco il ministero dell'Istruzione: "i dati raccolti per l’anno scolastico 2024-25 indicano che i licei rimangono la scelta preferita da oltre la metà degli studenti, con il 55,63% delle domande totali di iscrizione. Tuttavia, sia gli istituti tecnici sia quelli professionali evidenziano un trend positivo in crescita". Ed è proprio la crescita di cui stiamo parlando.  "Gli istituti tecnici – prosegue il comunicato del Ministero - registrano un aumento percentuale significativo, passando dal 30,9% delle iscrizioni dello scorso anno al 31,66% attuale. Allo stesso modo, gli istituti professionali segnano un incremento, passando dal 12,1% delle iscrizioni dello scorso anno al 12,72% attuale. Questi dati – conclude la nota - riflettono una crescente considerazione verso percorsi educativi diversificati e orientati al mondo del lavoro".

Non fatevi ingannare da variazioni nelle percentuali che paiono piccole, dietro quelle cifre ci sono migliaia di ragazze e ragazzi, come quelli che quest’anno si sono iscritti alla sperimentazione del nuovo percorso professionale 4+2. Ma come funziona? in 4 anni si ottiene il diploma di scuola secondaria di secondo grado (le superiori) poi si può proseguire per altri 2 anni negli ITS Academy (master in tecnologia post diploma) conseguendo un titolo di alta specializzazione tecnica, dopo nulla vieta di iscriversi  pure all’università. Un percorso che non ha nulla da invidiare alla combo liceo (classico-scientifico) + facoltà di Lettere, Giurisprudenza, Filosofia. Ma, soprattutto, una strada che non è più considerata come "seconda scelta" nell’immaginario delle giovani generazioni, probabilmente spaventate da un mercato del lavoro ormai saturo per quanto riguarda le vecchie professioni e mosse dal desiderio di essere loro, di nuovo, quelli che guadagnano di più in confronto a quello che i "loro vecchi" guadagnavano quando avevano la stessa età, così da poter finalmente esclamare davanti a tutta la famiglia: "dai, andiamo tutti a prendere un kebab. Offro io".

 

 

Autore: Davide Frigoli

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