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Domandone, ma siate sinceri. Come state? Psicologicamente, mentalmente. Come vi sentite? Dopo anni di pandemia, la guerra in Ucraina, e i piccoli grandi problemi delle nostre vite, ci sta tutta essere in down. E di brutto anche. Da una semplice tristezza, all'ansia, alla depressione, alla paura. Passando per le fobie, le crisi coniugali, l'incertezza per il futuro. Tutte menate che meritano la nostra attenzione, perché dobbiamo prenderci cura della nostra salute mentale esattamente come facciamo per quella fisica. Banalità? Forse, ma serve ricordarlo: questo perché non solo noi italiani a umore siamo messi malissimo, ma perché di questi problemi ce ne sbattiamo pure altamente.

Oh, i dati parlano chiaro eh. "L’83% degli italiani ha sofferto di disturbi d’ansia durante la pandemia e il 72% ha dato segnali di alterazione di umore e/o depressione", ci ha spiegato Alessandro De Sario, Founder di TherapyChat, piattaforma di psicologia online. "Secondo i risultati dell’indagine sullo stato della salute mentale degli italiani che abbiamo realizzato in collaborazione con Ipsos, il 78% di loro non valuta positivamente il proprio stato emotivo". Quelle messe peggio sono le donne che, come vi abbiamo già raccontato, con la pandemia hanno visto intensificarsi i loro impegni lavorativi, casalinghi e familiari. Un bel mix. Parlando di età, a soffrire di più sono uomini e donne fra i 30 e i 44 anni. "Il 39% di loro dichiara uno stato emotivo pessimo o insufficiente", ci ha rivelato De Sario. Non benissimo.

Il fatto è che invece di migliorare, la situa sta peggiorando. "Facendo un confronto con un anno fa, un terzo degli italiani (quindi il 35%) sostiene che il proprio stato emotivo sia peggiorato; anche qui, le donne danno dei feedback più negativi rispetto agli uomini (39% vs. 30%)". Tra i principali sbattimenti emersi dal sondaggio, troviamo in primis le questioni economiche e quelle familiari o relazionali. La principale manifestazione di questi disagi è una cara amica di noi Imbruttiti: l'ansia. "L’ansia ha la peculiarità di mostrarsi in diverse forme, per questo spesso non viene riconosciuta dal paziente, oppure viene scambiata per qualcos’altro. Solitamente viene confusa con malessere fisico o con una patologia", ci ha raccontato una psicologa di TherapyChat, Giulia Griselli. Non per niente, stando ai dati, a soffrire d'ansia sono circa in 6 milioni di italiani, quindi siamo davvero in ottima compagnia. 

Ok, ora che abbiamo confermato che bene bene non stiamo, cosa si può fare per migliorare l'andazzo? No perché se ci sentiamo meglio noi, anche il nostro corpo, le nostre relazioni e la nostra vita ne trarranno beneficio. Allora, lo step numero uno è superare il solito tabù dello psicologo. Raga, dobbiamo immaginarci lo psicologo come il medico di base, il dermatologo dei nei, l'oculista o l'otorinolaringoiatra, per dire. Purtroppo siamo ancora dominati da una valanga di pregiudizi su questa figura, e non va bene perché questo limita il nostro avvicinamento a un professionista che potrebbe davvero aiutarci. "Sappiamo che nell'ultimo anno 4 italiani su 10 hanno pensato di andare dallo psicologo, ma alla fine solo il 12% ci è andato. Perché? Perché si pensa di non averne veramente bisogno e di potercela fare con le proprie forze, senza comprendere appieno i benefici della terapia", ci conferma De Sario, che proprio per questo ha deciso di fondare la start-up TherapyChat, piattaforma online dove fra 500 psicologi è possibile trovare quello perfetto per noi (e fare il change al volo se non ci piace). La svolta? Il servizio è molto più economico rispetto allo psicologo live.

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La pandemia ha indubbiamente creato disagi anche all'interno delle coppie, che per mesi sono rimaste ingabbiate nella stessa casa, magari stremate dai nani in dad. Sesso zero, livello di tolleranza meno 20. Anche qui, perché allora non chiedere l'aiuto di uno psicologo di coppia? "Si è visto che molte coppie durante la pandemia hanno subito delle fratture, questo perché si è iniziato a vivere forzatamente la quotidianità. Assenza di spazi da una parte o assenza di contatti dall’altra hanno portato molte coppie a riscoprirsi, chi in maniera costruttiva chi inmaniera distruttiva", spiega Griselli. Qualche numero, giusto per intenderci: secondo l'Associazione nazionale divorzisti italiani nel 2020 c'è stato un aumento delle separazioni rispetto al 2019 del 60%. Figa, 60%! Ecco perché, per provare a salvare il salvabile e ritrovare la serenità, parlarne in due con uno psicologo può essere una cosa buona e giusta.

"Con una seduta di psicoterapia di coppia, si dà la possibilità alla coppia di condividere e confrontarsi riguardo ad aspetti della vita quotidiana, quali fantasie, bisogni, emozioni, nel rispetto dei tempi, spazi e individualità, propri e altrui". E se i nostri sbattimenti riguardano il lavoro? "Seguo diversi pazienti con questa problematica - ci dice la psicologa, e non avevamo dubbi - Principalmente i fattori che causano stress sono: la quantità di ore lavorative, la presenza di colleghi e/o superiori che instaurano dinamiche di mobbing; il mancato riconoscimento degli sforzi e dei successi ottenuti; la monotonia sia della tipologia di lavoro che ambientale; se viene chiesto al lavoratore di raggiungere un obiettivo elevato ma non ci sono gli strumenti necessari per raggiungerlo; lo stipendio inadeguato". Non c'è da stupirsi, quindi, che in molti stiano decidendo di mollare il lavoro per cercare altrove la propria felicità. Anche se, volendo, una soluzione diversa potrebbe esserci: "Se ogni azienda/istituzione desse la possibilità di consultare uno psicologo in caso di necessità o per prevenzione, da una parte si farebbe il bene dell’azienda (attenzione, anche a livello economico!) e dall’altra ci sarebbero meno lavoratori insoddisfatti e stressati", aggiunge Griselli. Chiaro.

Ma che ci sia bisogno di un aiuto psicologico si è capito ormai da un pezzo. Anche in Lombardia, infatti, è stata depositata la proposta di legge per l'istituzione dello psicologo di base. I cittadini potranno accedere autonomamente al servizio oppure essere inviati da medici di famiglia, pediatri e specialisti. A costo zero, ci siamo capiti? Figa, era ora. 

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