Che si fa a Carnevale? Posto che ammucchiarsi in Piazza Duomo a tirare i cordiandoli non ci sembra fattibile, alternative? No perché poi in un attimo taac, arriva l'11 febbraio, giovedì grasso, e vi lamentate che non avete organizzato niente e soprattutto non avete nessun costume da indossare. Ok, dobbiamo stare a casa o comunque limitare di molto gli spostamenti causa pandemia (e chi se la scorda), ma travestirsi e festeggiare lo stesso può essere un modo per sentirsi ancora normali e magari mettere un po' di pepe tra le mura domestiche. Why not? Comunque, se non sapete da dove cominciare per celebrare questo anomalo Carnevale, partite da un grande classico, le chiacchiere.
Chiacchiere, ma per i giargiana anche cioffe, cresciole, stracci. È istess. Dopo il Panettone e il Pandoro, il dolce simbolo del Carnevale non poteva mancare tra i prodotti food dedicati a ogni Imbruttito che si rispetti. E quindi, tele chi le Chiacchiere Imbruttite firmate Vergani, in esclusiva sugli scaffali e sull’e-commerce dell’Esselunga nelle versioni classiche o ricoperte di cioccolato fondente, belle goduriose per i più coraggiosi che se ne sbattono della linea.
Impasto fatto di farina e uova, come tradizione insegna, poi tagliato a striscette e fritto per diventare il dolce più croccante dell’anno. E un bel po' di dolcezza ce la siamo pure meritata dopo questi mesi dimmerda, no? Sulla confezione non potevano mancare le frasi simbolo che ogni persona nata dentro la Circonvalla ha pronunciato almeno una volta, da “A Milano le CHIACCHIERE non si fanno, si MANGIANO!”, a “Chiacchieri chiacchieri…ma poi, quanto fatturi?!”; da “Poche chiacchiere, ciapa sü!”. Un packaging bello da vedere, così se volete regalarle a qualcuno ci fate un figurone.
Dai raga, zero sbatti che la prova costume è ancora lontana.
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