Oh, non sembra di essere a Milano!
Sono ennemila le volte in cui abbiamo sentito questa esclamazione.
A parlare sono i nostri amici Giargia, in gita nella city, meravigliati di ciò che è davanti ai loro occhi. Sono venuti qui a percularci per il piccolo monolocale o l'appartamento in condivisione. Per farsi un giro alla Rinascente, vedere un concerto al Forum o a farci notare il costo esagerato di una pizza, paragonandolo rispetto ai luoghi d'origine, dove tutto è ovviamente molto più cheap.
Poi capita di ritrovarli a bocca aperta di fronte a uno dei tanti lati inaspettati che la città custodisce come piccoli segreti a cielo aperto. Noi che qui ci viviamo, in quel momento mostriamo solamente un timido sorriso di soddisfazione, ma dentro stiamo godendo come dei caimani.
D'altronde, non appena i giargiafriends hanno fissato il calendar per il weekendino dentro la circonvalla, noi, i Lonely Planet di Cordusio, abbiamo pianificato tutto in ogni minimo dettaglio. Parola d'ordine: stupire. A ogni costo!!
Per i nostri amici la routine sotto la Madunina è abbastanza scontata. Il solito giro negozi, Montenapo, San Babila, le vasche in corso Vittorio Emanuele. Scontati! Non sanno che abbiamo scelto di distillare qualche goccia di preziosa essenza meneghina e di goderne a piccoli sorsi.
Siamo partiti easy da Garibaldi. Naso all'insù verso il Bosco Verticale, Gae Aulenti, la Biblioteca degli Alberi, saliamo sul palazzo della Regione e ammiriamo lo skyline di Milano in tutto il suo splendore.
Qualcosa di diverso sì, ma non troppo lontano dall'immaginario della metropoli dei grattacieli e del cemento. Guardate la' in fondo le tre torri di City Life. Lì vicino vivono i Ferragnez!
Non tutto è poi così scontato passeggiando per i viottoli di Brera. Lì i nostri amici sono un po' in difficoltà. Non pensavano di trovare, nel cuore di Milano, una versione rivisitata del centro storico del loro paesello. Un po' più turistico, certo, ma estremamente chic e con un tocco bohémienne.
Oh, ma non sembra di essere a Milano!, TAAC!
Già in Piazza della Scala, però, il Giargia medio rinsavisce nelle sue granitiche certezze. L'ingresso della Galleria gli fa ritrovare di botto la retta via. Quella che conduce diritto a puntare il tallone dentro le balle del toro. Filmatino mentre si gira come se non ci fosse un domani e reel d'ordinanza. Il Duomo con i suoi stormi di piccioni e le palme. Ora sì che ci siamo!
Poverini, non sanno che poco dopo aver imboccato via Torino devieremo a sinistra, in una viuzza quasi nascosta. Entriamo in una Chiesa, Santa Maria presso San Satiro. Sembra un ambiente molto profondo, ma è un'illusione ottica. Tel Chi...
Incredibile, ma davvero? Si avvicinano circospetti perchè non credono ai miracoli della prospettiva e vogliono toccare con mano.
Risbuchiamo quindi nel bordello dei negozi. Giusto qualche centinaio di metri ed eccoci alle Colonne (di San Lorenzo). Anche gli spaccini pensano che siamo già talmente fuori da non aver bisogno d'altro, visto che stiamo lì a contare ad alta voce quante sono. Dicono sedici, noi rispondiamo sbagliato, si incazzano e si rimettono a contare. Alla fine sveliamo l'arcano invitando a guardare in alto sulla sommità, la diciassettesima colonna!
È giunto il momento di sferrare l'attacco (forse) decisivo. Dopo aver dato un occhio all'area dell'Anfiteatro Romano (un Colosseo a Milano?), sbuchiamo in Darsena (cazzoè Amsterdam?) e prendiamo per il Naviglio Grande.
Vicolo dei Lavandai, luogo del cuore dei milanesi. Una piccola perla che trasuda storia popolare. Guardate le pietre sulle quali si sbattevano vigorosamente i panni..
No dai, non prenderci in giro, qui non siamo a Milano! Colpiti e affondati.
E non siamo entrati nel cortile di una delle tante case di ringhiera (rigorosamente dipinte di Giallo Milano), non siamo andati a farci una michetta zola e bologna da uno dei tanti prestinè di quartiere. Non sanno che c'è una cascina in città a Porta Romana, né ci siamo spinti sino alla Rotonda della Besana. Ignorano ancora gli edifici liberty a Porta Venezia e sparsi un po' ovunque per la città, la Ca' Granda, i fenicotteri rosa di Villa Invernizzi, la casa di Alda Merini...
Una miriade di chicche per chi vuole andare oltre alle guglie del Domm e alle code di turisti per ammirare il Cenacolo. Per chi ha la pazienza di stupirsi scoprendo i tanti tesori che i milanesi doc sfiorano ogni giorno con discrezione, in bilico tra il lavoro e i mille impegni.
Proprio dall'idea di raccontare le storie legate alle mille sfumature e particolarità della città di Milano è nato un concorso letterario a tema per racconti brevi (Milano, città di passaggio o di nuove radici?, tutte le info per partecipare qui). Perchè le belle storie legate a Milano sono potenzialmente infinite!
Seguici anche su Instagram, taaac!