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Editorial
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Premessa, questo pezzo non è un attacco frontale ai fuori sede, ma è arrivato il momento. Urge prendere le parti della nostra città, senza se e senza ma.

Milano è carissima, gli affitti schizzano alle stelle, le case sono mignon e sembrano quelle del Playmobil. Quindi, per molti fenomeni parte la sentenza senza appello: Milano fa schifo!    

A molti, ormai troppi, piace vincere facile. Snocciolano ovvietà e le sputano diritte nel piatto dove mangiano. A fare da cassa di risonanza del disagio una valangata di testate giornalistiche blasonate, soprattutto le redazioni online.

Eccoli lì, i gran visir della comunicazione ad minchiam. Come un gregge di pecoroni a fare copia e incolla delle sfighe di personaggi quanto meno bizzarri, in cerca del clic facile. C'è la bidella pendolare da Napoli, l'indignado che posta lo scontrino della pizza da Cracco a 20 e passa Euro, quelli che vivono in quattro in un monoloculo di dieci metri quadri, ma vista Arco della Pace (di striscio).

Si può dire che avete scartavetrato i maroni senza che l'algoritmo ci penalizzi?

È vero, noi Imbruttiti siamo i primi malmostosi, sempre pronti a sbuffare per ogni disservizio, per gli scioperi dei mezzi il venerdì, l'Area B, la doppia I (Inflazione e Inquinamento), le baby gang o perché troviamo l'ennesima multa sul parabrezza. Ne parliamo e postiamo, ripostiamo e ne straparliamo, ma a tutto c'è un limite. Invalicabile. Don't touch Milano, giù le mani da Milano! 

Regola numero uno, non esiste e non è mai esistita la Circonvalla di cittadinanza. Mettetevelo bene nella melonera. Anche se nel 1984 molti di voi non erano ancora nati, già Renato Pozzetto, aka Artemio, ironizzava sugli angusti e carissimi appartamenti milanesi. 

Mi fanno quasi tenerezza quelli che, nel 2023, pensano di fare uno scoop e di diventare virali postando sdegno per annunci di case minuscole e prezzi alle stelle in zone semicentrali. Riguardatevi il Ragazzo di Campagna e capirete di essere, se non ridicoli, quanto meno scontati.

È un peccato che Google Maps abbia soppiantato la vecchia cartina del Touring Club, autentico must have del Giargiana anni Ottanta. 

La si comprava dal giornalaio in Duomo  per aprirla tipo lenzuolo su un tavolino di un locale in Galleria, pensando di essere al baretto di Borgo Trecase. L'illusione durava fino a quando arrivava il conto, altro che Cracco oggi. Mollare lì un rene per un cappuccino e una spremuta era il prezzo da pagare per capire in tempo zero che il centro è piccolo e non è per tutti, ma Milano è grande e c'è spazio per chiunque voglia viverla e affrontare i suoi spazi allargati

D'altronde non esiste città al mondo che sia più chiara nella sua topografia. Milano è una serie di cerchi(e) concentrici che partono dalla Madonnina per irradiarsi verso la pianura. La Prima detta Cerchia dei Navigli, la Seconda (delle Mura Spagnole), la Terza, o Circonvalla. Poi i vari quartieri (i Corpi Santi si diceva un tempo), l'hinterland ecc ecc. 

Insomma fuori dal centro non è proprio il deserto dei tartari e se per andare al lavoro prendi il tram da Rozzano non casca il mondo. Il 15 al posto di quindici minuti di notorietà e passa la paura.

Insomma meglio il corto raggio, che poi il pendolarismo estremo fa male alla salute o venire strane idee. Finisce che ti devi mettere in malattia, utilizzare la 104 ad cazzum ecc ecc. 

Ecco, a Milano si lavora, forse pure troppo. C'è una tendenza all'efficienza sempre e comunque, alla competizione sfrenata, al dover rimanere sempre sul pezzo. Volenti o nolenti il lavurà è il marchio di fabbrica di questa città, anche se le industrie sono sparite da un pezzo.

Vi svelo un segreto: ci si diverte anche sotto la Madonnina, non è obbligatorio andare nel locale chic visitato dall'influencer di turno o nel tre stelle Michelin. Il bello è trovare proprio i posti più imboscati e ce ne sono a bizzeffe. Basta solo sbattersi un po' a scoprirli.

Altro argomento degli asciugoni è il costo dei trasporti per tornare a casa, ovunque essa sia. Non è un complotto contro i fuori sede. Matematico che se tutti vogliono andare al paesello a Natale e Pasqua il prezzo schizza alle stelle. È come prendere un volo per Dublino il giorno di San Patrizio, andare a Courma il ponte di Sant'Ambrogio o a Monaco di Baviera durante l'Oktober Fest. Basta programmarsi in anticipo o, sacrilegio dei sacrilegi, un po' distante dalle feste comandate. Figa, le basi.

Che poi in città in tantissimi si lamentano, ma in pochi se ne vanno per davvero. Evidentemente Milano, città europea, cosmopolita e ricca di opportunità da cogliere tanto schifo non fa. 

 

O mia bela Madunina

Che te brilet de luntan

Tuta dora e piscinina

Ti te dominet Milan

Sota ti se viv la vita

Se sta mai cuj man in man

Canten tüti "Lontan de Napoli se moeur"

Ma po vegnen chi a Milan

 

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